tour in BENIN

riti ancestrali e socialismo africano

19 - 28 FEBBRAIO 2026

YOVO, YOVO! BIENVENUE AU BÉNIN! 

«La famiglia di Francisco Manoel da Silva si era riunita a Ouidah per onorare la sua memoria con una messa da requiem e un pranzo. Era il solito soffocante pomeriggio di marzo. Lui era morto da centodiciassette anni» 
Il viceré di Ouidah, Bruce Chatwin

Quattro sono le ragioni per decidersi a visitare per la prima volta il Benin, infinite quelle per tornarci. In ordine sparso, eludendo impossibili gerarchie, alla volta di quel che fu il regno del Dahomey bisogna partire il prima possibile, tempo neanche di fare un bagaglio improvvisato, perché è questa la terra del languore morente del Viceré di Ouidah di Chatwin e del biondo furore del Cobra Verde di Herzog, perché qui è nato il vudù nella sua forma più pura ed ecumenica con rituali ancestrali e simulacri totemici agli incroci delle vie, perché è nel Benin che si ergono gli equilibri eleganti e precari di infinite palafitte lacustri, dedali di acqua, di genti e di merci, perché è qui, in questo striscia di Africa occidentale che è sorgono i palazzi reali di Abomey e si stagliano fieri i colossali monumenti eretti nei quindici anni di marxismo à la béninoise di Mathieu Kérékou.

Poi, una volta arrivati in Benin (a proposito: i francesi lo pronunciano Benà, diluendo la a ossitona con la n nasale, ma tutti i beninesi lo chiamano Benèn con l’accento grave sulla seconda e), si scopre che oltre l’incanto del vudù, i meandri anfibi dei villaggi sulla Laguna di Nokoué, il trionfo delle statue realsocialiste e gli echi letterari, c’è un Paese di grazia e delicatezza al cui fascino multiforme sarebbe sciocco tentar di resistere.

Sarà che la dicotomia di yovo-mewi (uomo bianco – uomo nero) qua non ha il peso della distanza, non è sussurrata con livore, ma è declamata con la tenerezza negli occhi e l’accoglienza nelle braccia, ma in Benin, nazione di quarantadue etnie e sette religioni, non ci si sente mai stranieri, non si ha la percezione dell’intruso, se non siamo noi stessi a volerne assumere il ruolo. Sarà forse che le vestigia afrobrasiliane degli schiavi liberati, i canti scatenati dei cristiani celesti che danzano scalzi, i ritmi ipnotici e le maschere luciferine delle culture animiste, le cantilene islamiche sulle strade polverose e le messe cattoliche nelle piazze danno origine, quasi per partenogenesi, senza artifici innaturali e forzature politiche, ad un sincretismo spontaneo e onnipervadente. E allora, tra le strade rosse percorse da miriadi di zémidjan (i moto-taxi dell’Africa francofona), tra i labirinti di suoni e di lingue dei mercati di Cotonou, sugli specchi d’acqua attraversati da barche di scolaresche festanti a Ganvié, attraverso le memorie di pietra e di fango di Porto Novo e Abomey, con gli stornelli dei pescatori di Grand Popo è facile perdersi in questa mescolanza quasi eucaristica e, come tra le spire dei pitoni di Ouidah, dolce è il lasciarsi stritolare da questa terra.

«È cominciato tutto in un modo strano. Dicono che il re di Abomey sia un po' andato di testa. Ha scoperto che la schiavitù non gli piaceva, così un giorno, invece di mandarci degli schiavi, ci mandò un cavallo con un solo orecchio»
– Cobra Verde

che atmosfera ha un nostro tour in BENIN

«Figli del Benin, destatevi! La libertà di un forte grido cantata alle prime luci dell'alba; figli del Benin, destatevi! Quando ovunque soffia un vento di rabbia e di odio, tu, figlio del Benin, sii fiero e con animo sereno, guarda la tua bandiera, guarda al tuo futuro!»
- Inno nazionale del Benin

Il nostro viaggio in Benin parte da Cotonou, il centro urbano principale e la vera capitale di questa nazione di quasi quindici milioni di abitanti. Tentacolare, confusa e disorganica, ma anche accogliente, gioiosa e ammaliante: il biglietto da visita che più si confà a questo paese che rifugge facili etichette e stereotipi lacunosi. Da Cotonou ci sposteremo verso Porto Novo, capitale ufficiale e culla della cultura afrobrasiliana, attraversando acque salmastre e villaggi lagunari. Lasciandoci Porto Novo e i suoi echi di Bahia alle spalle, ci dirigiamo quindi verso nord alla volta di Abomey e dei suoi palazzi reali, per poi tornare sulla costa per innamorarci dell’indolenza di Grand Popo, dei colori di Ouidah e dei labirinti acquatici di Ganvié.

«Il chicco di grano ha sempre torto di fronte al becco della gallina
la gallina trema tra gli alti fusti delle spighe nel campo
lo schiavo ha sempre torto di fronte alla frusta del padrone
il padrone trema tra gli alti corpi degli schiavi nel campo»

- Proverbio beninese 

Grazie a Gianluca Pardelli per la gentile concessione di alcune foto.

Il tour in BENIN breve

Il Benin è languido, sereno e sonnolento a tratti e caotico, rumoroso e frenetico al contempo. I giorni di sole a febbraio sono molto caldi, talvolta torridi, ma le sere sono spesso fresche e ventose. Lungo la costa troveremo un clima tropicale umido che concede un po’ di tregua dopo il tramonto, quando si alzano le brezze atlantiche che odorano di salmastro. L’interno, in particolare la zona di Abomey, è caratterizzato da un clima secco che rende più sopportabili anche le ore più calde. Il viaggio richiede spirito di adattamento, anche in considerazione della natura spartana di alcuni alloggi, soprattutto fuori Cotonou. Ci ripagherà una terra dolce e suadente, abitata da un caleidoscopio di genti gentili e curiose, senza mai essere invadenti.

Partecipanti: minimo 6, massimo 14

Intensità viaggio: 3/5

In viaggio con gianluca pardelli

Fotografo, autore, viaggiatore e mastro burattinaio dietro Soviet Tours.

Vive a Berlino. Parla russo e pure qualche altra lingua.

Ha dedicato la sua esistenza all'ex Unione Sovietica.

Non se n’è ancora pentito. Nonostante tutto.

itinerario in benin

1. 19/02 PARTENZA DALL’EUROPA

  • Partenza libera dall’Italia e volo per il Benin via Bruxelles / Parigi / Casablanca. *

  • Transfer incluso dall’aeroporto di Cotonou all’albergo.

  • Notte a Cotonou. **

* Suggeriamo i collegamenti della Bruselles Airlines e di Royal Air Maroc che offrono voli regolari per Cotonou (COO) sia da Malpensa e Fiumicino rispettivamente via Bruxelles o Casablanca. Affidabili, sebbene decisamente più costose, sono anche le tratte offerte da Air France via Parigi e Turkish Airlines via Istanbul. Il transfer dall’aeroporto di Cotonou all’albergo è garantito per tutti i partecipanti indipendentemente dalla connessione scelta. 

** Consigliamo di arrivare a Cotonou entro la notte del 19 febbraio o, al più tardi, nelle prime ore del mattino del 20. La notte del 19 febbraio a Cotonou è già inclusa nella nostra offerta. Il programma di viaggio vero e proprio comincia, però, il 20 febbraio con la visita della città. 

2. 20/02 LASSISMO-BENINISMO 

  • Incontro e briefing con Gianluca Pardelli per colazione.

  • La nostra prima giornata beninese sarà interamente dedicata all’esplorazione di Cotonou in tutte le sue molteplici sfaccettature: il pantagruelico mercato di Dantokpa, le architetture moderniste di un Novecento ormai remoto, il monumentalismo realsocialista della Repubblica Popolare di Kérékou e del suo lassismo-beninismo (variante locale del marxismo-leninismo), i quartieri lagunari alla periferia nord e le spiagge atlantiche della zona aeroportuale, i feticci vudù, i templi dei cristiani celesti, le moschee nigeriane e le cattedrali cattoliche. 

  • Rientro in albergo nel tardo pomeriggio e un incontro speciale per cena ♥

  • Notte a Cotonou.

3. 21/02 ECHI BRASILIANI 

  • Partenza alle prime ore del mattino per un luogo davvero unico: Ladji, un “ghetto” di palafitte che si erge sulla Laguna di Nokoue e che di ghetto non ha proprio nulla se non il pregiudizio che tiene lontano la “Cotonou bene” da questo luogo dolce e difficile, splendido e doloroso. 

  • Da Ladji ci imbarcheremo poi per Aguégués, un insediamento lacustre sulla sponda nord della Laguna di Nokoue, celebre per la natura sincretica dei suoi abitanti: Islam, vudù e cristianesimo si amalgamano armonici ad Aguégués senza alcuna superflua contraddizione. 

  • Proseguiamo poi per Adjarra per goderci una pausa pranzo al mercato locale e assaggiare il barbecue che ha reso celebre questa cittadina in tutto il Benin.

  • Nel pomeriggio raggiungeremo, infine, Porto Novo, capitale ufficiale del Paese e centro principale della cultura afrobrasiliana sviluppatasi nella regione con il ritorno degli schiavi liberi di Bahia.   

  • Notte a Porto Novo.

4. 22/02 REGNI PERDUTI 

  • Lasciamo le aree costiere e ci inoltriamo verso l’interno: passando per Cové, una città di provincia senza particolari attrattive se non la sua schietta spontaneità, giungeremo ad Abomey, l’antica capitale del Regno del Dahomey

  • Le ore che ancora ci separano dal tramonto saranno consacrate alla scoperta di Abomey, delle antiche vestigia del suo passato e del profumo di sabbia e mercati del suo presente.  

  • Notte ad Abomey.

5. 23/02 ROTTE ATLANTICHE 

  • Salutiamo Abomey al mattino e continuiamo in direzione sudovest, verso le spiagge infinite e le calde brezze atlantiche del Golfo di Guinea.

  • La nostra meta è Grand Popo, una cittadina rivierasca il cui buffo toponimo nasconde un piccolo paradiso perduto che non ha niente da invidiare alle ben più note località balneari della vicina Costa d’Avorio

  • Grand Popo è un luogo dove fermarsi, rallentare, osservare: un’indolente passeggiata pomeridiana, un bagno tra i flutti oceanici, un’aragosta alla griglia con banane fritte di contorno; come pretendere altro? 

  • Notte a Grand Popo.

6. 24/02 RITI ANCESTRALI 

  • Grand Popo non è solo un luogo di spiagge, palme e aragoste: gli insediamenti limitrofi, in particolare l’isolotto di Hêvê, sono conosciuti per i loro templi vudù e le fumose fucine in cui si produce sale seguendo pratiche ancestrali mai cambiate nel corso dei secoli. 

  • Salpiamo quindi alla volta della Bouche du Roy, dove le acque dell’Atlantico incontrano quella della laguna, e ci addentreremo poi in una fitta foresta semiacquatica di mangrovie in cui si nascondono pesci anfibi, granchi colorati e tartarughe di mare. 

  • Notte a Grand Popo.

7. 25/02 LE ROSSE STRADE DI OUIDAH

  • Dopo un’altra mattinata a Grand Popo, cominceremo il nostro lento viaggio di ritorno verso Cotonou fermandoci a Ouidah, città dalle case basse e le strade di sabbia rossa scelta da Chatwin per il suo “viceré”.

  • Ouidah è sì una cittadina incantevole, dove sacrari vudù traboccanti di pitoni vivi si alternano ad alberi sacri e mercati ricolmi di frutta e di spezie, ma anche il luogo da cui partivano infinite schiere di uomini, donne e bambini in catene in quella che è stata una delle pagine più vergognose della storia dell’umanità. 

  • La tratta degli schiavi è oggi ricordata da un toccante memoriale che si staglia rosso e fiero contro quell’orizzonte per cui molti partirono senza mai più tornare. 

  • Notte a Ouidah.

8. 26/02 EQUILIBRI LACUSTRI  

  • Prima di lasciarci nuovamente avvinghiare dai tentacoli di quella gigantesca piovra urbana che è Cotonou, ci dilungheremo in un’ultima deviazione per Ganvié, il più vasto tra i molti villaggi di palafitte che sorgono sulla Laguna di Nokoue.

  • Trascorreremo il resto della giornata a Ganvié, esplorandone i suoi meandri più reconditi, per poi rientrare a Cotonou giusto in tempo per cena.

  • Notte a Cotonou.

9. 27/02 MASCHERE E CIMELI    

  • Il Benin è rinomato per la qualità dell’artigianato locale e nella nostra ultima mattinata a Cotonou potremmo concederci un giro di acquisti cercando di evitare fregature e trappole per turisti.

  • Dopo un pranzo libanese molto beninese (i libanesi di Cotonou formano la più numerosa comunità straniera in città) e una siesta tattica nelle ore più calde, usciremo a goderci il tardo pomeriggio sulla spiaggia più animata di questa multiforme metropoli africana per una cena di pesce, un po’ di musica e magari qualche ballo scatenato con vista mare. 

  • Notte a Cotonou.

10. 28/02 AU REVOIR LES BÉNINOIS

  • Trasferimento per l’aeroporto internazionale di Cotonou per imbarcarci sul volo che ci riporterà in Europa. 

  • Come per l’andata, consigliamo i collegamenti della Bruxelles Airlines e di Royal Air Maroc che offrono voli regolari da Cotonou (COO) a Malpensa/Fiumicino via Bruxelles o Casablanca. Air France via Parigi e Turkish Airlines via Istanbul sono opzioni affidabili, ma ben più costose. Il transfer per l’aeroporto di Cotonou è garantito per tutti i partecipanti a prescindere dal volo scelto.

  • Baci, abbracci e cuori spezzati. 

  • Fine del tour.

Il programma non è vincolante e potrebbe variare anche significativamente per cause di forza maggiore (es. maltempo, chiusure inaspettate e altri imprevisti).

In questa come nelle altre destinazioni dove organizziamo i tour l'imprevedibilità è la norma: trovare un museo chiuso, dover cambiare strada per lavori in corso o un edificio modernista distrutto non è una rarità e spesso non possiamo prevederlo in anticipo.

I viaggi che organizziamo sono avventure fuori dai circuiti classici del turismo e vanno vissute come tali, accogliendo gli imprevisti come opportunità.

2190€

iscriviti dal 17/11

La quota include

  • Autisti e mezzi di trasporto privati che ci copriranno tutti gli spostamenti principali menzionati nel programma,

  • I transfer da/per l’aeroporto 

  • Tutte le escursioni in barca

  • Tutti gli ingressi a musei, parchi o siti

  • Tutti gli alloggi 

  • Tutte le colazioni

  • Tutti i pranzi fuori Cotonou  

Il nostro valore aggiunto:

  • Tutte le spese, gli approfondimenti e la presenza h/24 di Gianluca Pardelli

  • Tutte le spese e l’accompagnamento delle guide locali Kukushka

  • L’assistenza h/24 di Kukushka, in caso di necessità

La quota non include

  • I voli aerei
    Non sappiamo da che città vorrai partire o se vorrai aggiungere al tour qualche giorno di esplorazione in autonomia, cosa che consigliamo sempre. Ti aiuteremo però a scegliere la sistemazione voli più conveniente per te.

  • Il visto elettronico (e-visa) per il Benin
    Si fa comodamente online e costa 50€.

  • L’assicurazione sanitaria
    Consigliamo Allianz, Europassistance, Coverwise e IATI.

  • L’assicurazione annullamento viaggio, che è consigliata.
    Alcune assicurazioni sanitarie offrono anche l’opzione annullamento, da stipulare con largo anticipo.

  • Cene e pranzi a Cotonou, solo le cene nel resto del paese
    In Benin i pasti sono molto economici

  • Eventuali mance
    In Benin si usa lasciare una mancia alla guida e al driver. Suggeriamo 30-50€ a persona da suddividere tra autisti e guida.

  • Tutto quanto non specificato ne "La quota include"

Condizioni

Acconto: 300€ al momento della conferma di prenotazione
Saldo: entro 60gg dalla partenza

Kukushka è una linea viaggi di Soviet Tours.

Il programma riportato in questa pagina corrisponde a un viaggio prodotto, organizzato e gestito in ogni suo aspetto da Soviet Tours di Gianluca Pardelli Einzelunternehmen (Glogauer Straße 32 – D-10999 – Berlin – GERMANIA – tax ID 14/466/02688 – VAT Nr. | USt-IdNr. DE326964370). I dettagli del viaggio sono riportati su questo sito in nome e per conto di Soviet Tours, referente per le adesioni e il pagamento dei servizi di seguito riportati.

I termini e condizioni del servizio sono qui in italiano oppure qui in inglese.

Vi consigliamo caldamente di stipulare una polizza di annullamento viaggio che copra il vostro annullamento del viaggio per cause esterne.

Consigliamo Allianz, Europassistance, Coverwise, IATI, a cui siamo affiliati e abbiamo un 5% di sconto. Tutte e tre le compagnie offrono anche la polizza annullamento viaggio, che in alcuni casi va stipulata in concomitanza con la prenotazione e/o con l’acquisto del volo aereo.

info utili

  • Necessario il passaporto con validità residua di 6 mesi all’ingresso, ma potrebbe essere accettato

    anche con soli 3 mesi di validità residua

  • Visto: è necessario il visto elettronico d’ingresso (e-visa), facilmente ottenibile online

    presso https://evisa.bj/

  • Fuso orario è GMT +1, cioè lo stesso dell’Italia

  • Consultare sempre Viaggiare Sicuri o UK Travel Advice

Requisiti

Il viaggio è aperto a tuttы, senza alcuna discriminazione o limiti di età, ma non è adatto ai bambini.

È un viaggio che richiede forte adattabilità a contesti spartani, cibo semplice e infrastrutture minime, ma dai ritmi abbastanza rilassati e con momenti dedicati al riposo. È un viaggio affrontabile anche da chi segue una dieta vegetariana o vegana, ma sarà fondamentale essere flessibili quando non ci saranno alternative e portarsi del cibo da casa.

Ciò che ci unisce è la sete di conoscere attraverso l’esperienza, la voglia di immergersi fino in fondo in culture diverse, la capacità di mettere da parte i propri pregiudizi e le proprie paure per ascoltare l’altro per davvero.

Sono poche cose, ma radicali.

I nostri tour sono mediamente confortevoli: abbiamo mezzi privati a nostra disposizione, per ottimizzare i tempi e darci larga flessibilità in termini di deviazioni, visite, soste.

Tendenzialmente alloggiamo in piccoli hotel e guesthouse familiari (a seconda della destinazione). Nelle zone più remote di alcuni tour, le stanze potrebbero essere multiple, i bagni in comune e la doccia assente. È richiesta forte adattabilità su questo aspetto.

Le nostre guide locali parlano inglese. È fortemente consigliata una conoscenza anche minima dell’inglese, anche se i nostri tour sono sempre coordinati da madrelingua italiano che parlano anche inglese e una o più lingue locali.

Per i pasti, solitamente ci organizziamo con pranzi veloci e senza pretese, e cene più tranquille in trattorie, ristoranti o in guesthouse. Per semplificazione e dove non inclusi, i pasti si pagano alla romana e i conti si tengono su app come Tricount, Splitwise o simili.

Necessari:

  • Profondo rispetto e interesse per la cultura che incontreremo.

  • Flessibilità e adattabilità: uscire dalla propria zona di comfort è un valore.

  • Comprensione del contesto: viaggiamo lontano e molto lontano dall’Italia, dove cose per noi scontate lì non lo sono.

  • Curiosità: chiedete, ascoltate, interagite

  • Socialità: vivremo ogni esperienza come gruppo unito. Ogni persona contribuirà a rendere il viaggio unico con i suoi interessi, le sue conoscenze e la sua personalità.

Cosa portare:

  • Vestiti comodi adatti a climi diversi

  • Scarpe comode o scarponcini con suola con buona presa sul terreno

  • Una torcia frontale da noi sempre amatissima, sia mai che finiamo a campeggiare sotto un cielo stellato ♥

  • Poco bagaglio, per rendere più fluidi gli spostamenti

Una lista dettagliata di tutto il necessario verrà inviata al gruppo prima della partenza.