perché kukushka

Nel 1990 i Kino pubblicavano un album senza nome, in un’Unione Sovietica affacciata sul baratro, pochi mesi dopo la scomparsa improvvisa del loro leggendario cantante Viktor Tsoi.

Era la fine di un’era e la nascita di qualcos’altro di più cupo e confuso, a cui stiamo ancora cercando di dare un nome. Una delle due tracce centrali di quell’album si intitolava Kukushka, ‘cuculo’.

«Di canzoni ancora non scritte, quante ce ne sono?
Dimmi, kukushka, canta…
Dovrei vivere in città o in campagna?
Giacere come una pietra, o bruciare come una stella?
Una stella…»

Uccellino caro ai popoli dell’Est, capolavoro di una band punk-rock, dal suono sporco e vero, che vive ancora nei cuori di ogni persona nata durante e dopo l’Unione Sovietica, di ogni provenienza, lingua e nazionalità: questa è Kukushka.

Niente fronzoli, poche mete ma che conosciamo bene, sempre voglia di vedere cosa c’è oltre, profondo ascolto per l’altro. Questi siamo noi.

Da Pain de Route, blog nato nel 2015, e un’esperienza pluriennale come guida all’estero e nel disegnare viaggi, a fine 2023 Eleonora Sacco fonda la linea viaggi Kukushka. Eleonora Sacco è anche autrice di Piccolo alfabeto per viaggiatori selvatici (EDEA, 2020) e co-autrice dei podcast Cemento e Kult. Ha vissuto in Russia, Georgia e a Socotra, in Yemen.

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